PREMESSA:
La maggior parte delle conoscenze degli antichi cinesi si basava sull’osservazione dei fenomeni naturali. Notarono ad esempio che ponendo dell’acqua sul fuoco essa non solo si riscaldava ma iniziava, con l’aumento della temperatura, a formare bollicine sempre più grosse e più rapide, sino a bollire. Era naturale dedurne che il calore si diffonde, riscalda, crea dinamismo conformemente alla sua natura yang. Riscaldando, il calore disperde in primo luogo il freddo, che possiede una natura opposta yin con tendenza a contrarre e bloccare. In conformità a queste semplici osservazioni, la tradizione cinese ha da sempre attribuito al calore emanato dalla moxibustione un effetto di sostegno e stimolo allo yang, la capacità di muovere ed accelerare la corrente energetica all’interno dei meridiani, un’efficacia indubbia nel disperdere e contrastare il freddo.
Il principale costituente di tale tecnica è la “moxa” (il cui nome originario è jiu fa), risultato di molteplici operazioni di essiccatura e triturazione dell’Artemisia, pianta della famiglia delle Compositae, più comunemente diffusa nella varietà Artemisia Vulgaris, con una ventina di specie presenti anche in Italia.
Al termine della lavorazione, l’erba diviene lana di moxa. Tanto più è lavorata, tanto maggiore è il tempo di combustione dell’Artemisia.
L’azione terapeutica della moxa è principalmente legata alle sue proprietà toniche e disperdenti umidità, vento e freddo patogeni, oltre a quelle analgesiche.
È un riequilibrante in caso di disturbi del ciclo (amenorrea e dismenorrea) e recupera lo yang. I metodi di utilizzo sono per fumigazione o per contatto.
Perché la moxibustione abbia efficacia, è però necessario che sviluppi nel corpo un calore sufficiente ad ottenere e muovere il qi (energia). In tal senso sono possibili diverse metodiche che saranno esaminate successivamente: creare un calore intenso (metodo diretto con sigaro) oppure prolungare l’esposizione al calore.
Naturalmente una patologia acuta trarrà maggiore vantaggio dall’uso di un calore intenso, una patologia cronica da una applicazione prolungata capace di riempire (tonificare) il vuoto che consente alla malattia il suo perdurare.
Non va dimenticato che il significato stesso del termine moxibustione è “usare il fuoco per molto tempo”: è sempre necessario apportare uno stimolo sufficientemente prolungato per poter ottenere i risultati desiderati.
L’azione dinamica del calore si riversa comunque all’interno dei meridiani favorendo la diffusione del qi e, conseguentemente, del sangue. Questo è il motivo per cui la moxibustione è indicata in tutte le forme algiche, dato che il dolore trae la propria origine proprio dal ristagnare di qi e sangue. A determinare il ristagno sono in particolare le energie patogene yin, come il freddo e l’umidità: il freddo contrae e blocca, l’umidità lega ed invischia il qi. Entrambe generano dolori localizzati e traggono giovamento dall’uso della moxibustione, anche se il freddo resta naturalmente l’indicazione primaria e naturale per l’uso del calore come terapia.
Tutti i dolori traggono comunque beneficio dall’uso della moxibustione, siano essi superficiali o profondi.
I dolori reumatici ed articolari sono ad esempio tradizionalmente trattati con l’uso di moxa, specie nella stagione fredda.
In generale l’uso di moxa è controindicato quando c’è calore, specie se correlato a carenza dello yin, poiché la tecnica mira a trasmettere calore con rischio di aumentare gli effetti nocivi di tale patogeno. La moxibustione può infine essere usata a scopo preventivo, per aumentare il dinamismo della energia di difesa (wei-qi), specie in coloro che si ammalano con facilità o sono in condizione di salute precaria. In modo più ampio, l’uso di moxa aumenta il vigore fisico, toglie la stanchezza, aumenta la resistenza nei confronti dei patogeni, accelera il metabolismo.
I METODI:
1. Moxibustione Diretta, il cono di moxa di piccole dimensioni si applica sul punto prescelto. Viene acceso con un bastoncino di incenso e, quando arriva la sensazione di calore come una puntura, il cono viene immediatamente tolto. Le applicazioni si possono ripetere per 5-7-9-11 volte. Per tonificare, il conino deve essere stretto e lungo, mentre per disperdere (in rare occasioni), il conino deve essere largo e a forma piramidale (vedi immagine sottostante), facendolo bruciare il più velocemente possibile e soffiandoci sopra.
1. Moxibustione Indiretta, questa tecnica comporta l’interposizione di un mezzo tra la moxa e la cute.
- Adesiva: conetto di moxa appositamente preparato.
- Metodo con zenzero: si applica una fettina dallo spessore di 0,3 cm per trattare patologie da freddo o da deficit.
- Metodo con aglio: viene impiegata per trattare ulcere, foruncolosi, morsicature di serpenti o punture di insetti, tubercolosi e artriti.
- Metodo con sale: si usa il sale marino grosso per riempire l’ombelico (Vc 8) ed è impiegato per trattare patologie da freddo o da collasso dello yang (vomito, diarrea, shock, dolori addominali).
- Metodo con porro: viene impiegato per trattare astenia, dolori addominali ed ernie.
- Metodo con argilla: l’argilla gialla viene mischiata con acqua fino a ottenere una consistenza pastosa e si prepara una tortina larga 1,5 cm e dello spessore di 0,3 cm su cui si pone il cono. Viene impiegato per trattare foruncolosi, eczemi e in patologie cutanee da umidità.
1. Moxibustione con sigaro di moxa, il sigaro di moxa è lungo circa 20 cm con un diametro di 1,7 cm circa.
Spesso, per non provocare troppo fumo, viene utilizzato un sigaro che non ne produce, molto più piccolo e maneggevole rispetto a quello di moxa, composto da due erbe (qianghuo e xixin). Questo sigaro viene impugnato come una matita e tenuto a circa 0,5 cm dalla pelle del paziente. I movimenti possono essere rotatori o a beccata di passero (viene avvicinato e poi allontanato rapidamente).
PRECAUZIONI:
- Durante il trattamento di zone infiammate, evitare di utilizzare la moxa nei punti locali e scegliere i punti distali rispetto all’infiammazione;
- Evitare di applicare la moxa quando il ricevente ha molta fame, quando ha appena mangiato a sazietà o se ha ingerito alcolici;
- Non si utilizza la moxibustione nei casi terminali di cancro, epilessia, iperemia, ipertensione, febbre, estrema fatica e sopra vene o varici;
- Si può utilizzare la moxa nelle donne incinte solo dopo il 3° mese di gravidanza.
CONTROINDICAZIONI:
È necessario fare attenzione a non usare la moxa sui pazienti diabetici o allergici, in quanto il punto terapeutico può irritarsi o infettarsi facilmente.
Normalmente l’applicazione di moxa su questa tipologia di pazienti dovrebbe essere effettuata solamente sui punti della schiena.
A Cura di:
Christian Casella
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