I coloranti alimentari sono additivi che conferiscono
un colore ad un alimento e che vengono utilizzati per esigenze di mercato in
quanto incrementano l'interesse per il
prodotto e ne aumentano la vendita. Il consumatore infatti tende a
giudicare la qualità di un alimento dal suo aspetto: se l'aranciata è arancione
allora è buona, se il burro è giallo allora è migliore, ecc.
L' FBN (Food and Broad) stabilisce i motivi per cui i coloranti possono essere aggiunti agli alimenti:
Ridare il colore originale quando questo sia stato
distrutto o alterato da trattamenti tecnologici oppure da processi di
conservazione;
Assicurare uniformità di colore, correggendo eventuali
variazioni naturali di intensità;
Intensificare il colore qualora questi risulti più
debole di quello che il consumatore associa a quell'alimento;
Proteggere dai raggi del sole, durante la
conservazione dell'alimento, l'aroma e le vitamine fotosensibili;
Conferire un aspetto invitante a cibi che sarebbero
altrimenti poco appetibili;
Aiutare a conservare l'identità e le caratteristiche
che permettono il riconoscimento dei prodotti;
Fornire un'indicazione visiva della qualità.
Alcune di queste motivazioni lasciano comunque qualche
dubbio, in quanto un'opportuna colorazione può far sembrare di ottima qualità cibi
di per sé scadenti.
Una ricerca britannica dell’università di
Southampton commissionata dalla FSA (Food Standard Agency) dichiara che:
“alcuni coloranti e additivi per alimenti
possono peggiorare le condizioni di quei bimbi, tra i 3 e i 9 anni, che
presentano comportamenti riconducibili a iperattività”. Le conclusioni
dell’Università sono il frutto di test condotti su oltre 300 bambini “che
mostravano significativi cambiamenti di comportamento quando bevevano succhi di
frutta aromatizzati o colorati”.
In attesa che le istituzioni europee,
impegnante nella revisione della normativa sugli additivi, forniscano un elenco
definitivo delle sostanze considerate innocue, cerchiamo di fare chiarezza su due
additivi in particolare: coloranti e conservanti.
Dopo l’articolo apparso su The Lancet, la EFSA
(Agenzia per la Sicurezza Alimentare Europea) si sta esaminando se queste
sostanze possono avere effetti negativi sulla salute, indipendentemente dalle
reazioni allergiche.
Sicuramente esiste una diversa sensibilità
fra la popolazione (soprattutto considerando certe categorie come i bambini, i
malati e gli anziani), e in linea di massima posso dire che gli additivi non
sono sicuramente salutari, dunque, perché non evitarli per una maggiore
sicurezza? Basta un minimo di volontà.
A cura di:
Christian Casella
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